Il Governo studia nuove opzioni per evitare l'iva sul Terzo Settore
Il Governo sta cominciando a valutare nuove opzioni alle problematiche iniziate dal passaggio dal regime da esclusione a esenzione che avverrà a giugno 2024 per gli enti del Terzo
Il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo in occasione della presentazione del 3° Rapporto sullo stato a cura di Terzjus ha spiegato che:
“A seguito dell’orientamento eurounitario si sono dovute cambiare le regole del gioco e sarà necessario attivare la partita iva, con i relativi adempimenti da assolvere. Stiamo lavorando a meccanismi di semplificazione simili a quelli già previsti per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Eviteremmo così un effetto trauma per il Terzo settore”.
Reclamando attenzione in particolare al Terzo settore. Tra le principali citate da Leo, c’è il riconoscimento nei principi guida in materia tributaria di uno spazio al Terzo settore, in una logica di razionalizzazione e semplificazione (art. 2). A questo si aggiunge una importante ridefinizione degli aspetti tecnici della norma che riguardano le imposte sui redditi, l’Iva e l’Irap.
Per l’imposta sui redditi,invece, ha spiegato il Ministro Leo per evitare effetti deformazione, la legge delega all’art. 6 prevede anche la definizione di un regime speciale in caso di passaggio dei beni dall’attività commerciale a quella non commerciale e viceversa. Questo accade per effetto del mutamento della qualificazione fiscale di tali attività in conformità alle disposizioni adottate in attuazione della delega conferita dalla legge 6 giugno 2016, n. 106.
Per quanto riguarda l’Iva, ha ricordato che nella legge delega sono stati introdotti interventi di semplificazione e razionalizzazione (art. 7). L’ultimo tassello riguarda l’Irap che oggi non esenta il costo del lavoro, con un conseguente effetto negativo per gli enti.
Altro tema importante di cui si è parlato è degli incentivi ai lavoratori nel Terzo settore. “Nella legge di bilancio – ha spiegato Leo – abbiamo previsto meccanismi di incentivi all’occupazione di ‘chi più assume meno paga’, che coinvolgono anche le cooperative”. Questo significa che se nel 2024 si fanno più assunzioni a tempo indeterminato rispetto al 2023, accederà a dei benefici, più alti in caso di alcune categorie come donne con figli, persone che escono dal reddito di cittadinanza e giovani al di sotto dei 30 anni.
Un anno intenso per quanto riguarda il confronto con le parti sociali sull’attuazione della riforma, in cui si contano 7 convocazioni del Consiglio nazionale del Terzo settore e l’apertura di diversi tavoli come quelli su “Fiscalità, trasparenza e Terzo settore” e “Terzo settore e sport”. Come ribadito dalla vice ministra del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci intervenuta durante il convegno a Roma. “Si sta lavorando anche alla costruzione di un tavolo di lavoro sull’amministrazione condivisa che deve essere una leva fondamentale per far sì che gli enti locali possano attuarla in modo efficace. Questi tavoli sono vere e proprie équipe di lavoro aperte anche alle categorie professionali interessate al mondo del Terzo settore, nati per trovare soluzioni in tempi difficili”.
Non poteva mancare un passaggio sull’autorizzazione della Commissione europea. “Stiamo lavorando alla costruzione di relazioni con l’Europa per un riconoscimento del nostro lavoro”, ha spiegato la vice ministra.
Fonte: https://www.cantiereterzosettore.it/iva-al-terzo-settore-il-governo-lavora-per-le-semplificazioni/